“Si vede che i napoletani non sono freddi. Ringrazio il cardinale Crescenzio Sepe di avermi invitato, anzi mi ha quasi minacciato (ride, ndr). Vivere a Napoli non è mai stato facile, ma non è mai stato triste . E’ questa la vostra grande risorsa, la gioia e l’allegria. Questa città produce una cultura di vita che aiuta a rialzarsi da una caduta e che fa in modo che il male non abbia mai l’ultima parola. Questa è una bella sfida. Gli immigrati, i senza fissa dimora sono figli di Dio e cittadini. Non sono umani di seconda classe, dobbiamo far sentire che sono come noi. Tutti siamo migranti. Il nostro cammino di vita ci assicura in Gesù che siamo figli amati e salvati. Nessuno di noi ha dimora fissa in questa terra, siamo tutti migranti nella vita. Tutti dobbiamo andare a trovare Dio. La mancanza di lavoro per i giovani è grave: dai 25 in giù più del 40% non ha lavoro. Che strada di vita si può scegliere? E’ una responsabilità non solo della città ma del mondo. Quando non si guadagna il pane si perde la dignità. Dobbiamo difendere la nostra dignità: questo è il nostro tempo. Non dobbiamo rimanere zitti. Poi c’è lo sfruttamento delle persone nel lavoro. Schiavitù e sfuttamento non sono umani e cristiani. Dobbiamo riprendere la lotta per la nostra dignità e per la possibilità di portare il pane a casa. Vorrei riprendere una parola che si usa molto: corruzione. Se togliamo dignità alla gente c’è corruzione. Tutti possono essere corrotti. Così si scende nella criminalità. La corruzione puzza, la società corrotta puzza e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, ‘SPUZZA’.Quanta corruzione c’è nel mondo è una parola brutta, perché una cosa corrotta è una cosa sporca. Se noi troviamo un animale che è corrotto è brutto, ma puzza, la corruzione puzza e la società corrotta puzza, e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza. La buona politica è una delle espressioni più alte della carità, a cominciare dalle realtà locali. Il napoletano è tanto dolce e bello. Napoli è sempre pronta a risorgere, facendo leva su una speranza fatta di mille prove. La sua radice risiede nell’animo stesso dei napoletani, soprattutto nella loro gioia e religiosità e pietà. Siamo tutti napoletani, che tutti imparino una lingua dolce come la vostra. Vi auguro il meglio, San Gennaro vi assista e interceda per voi. Che ‘a Maronn v’accumpagn”
Papa Francesco a Napoli 21 marzo 2015