Una volta un maestro zen disse: «Pensate il non-pensiero». Un monaco domandò: «Che vuol dire ‘pensare il non-pensiero?’». Il maestro zen rispose: «Non pensare».
Quando siete seduti in zazen, non pensate. […] Questo non significa distruggere il pensiero o astenervi dal pensare. Riposatevi; non immischiatevi.
Finché vivrete, il pensiero emergerà costantemente; ma non vi immischiate, non vi contrapponete. Se dite: «Non dovrei pensare», è già pensare. Non dovete far altro che sedervi in pace e in armonia momento per momento. Allora non c’è spazio per pensare. Questo è «pensare il non-pensiero».
Naturalmente, se pensate davvero di non pensare diventerete presuntuosi, perché poi potreste pensare: «Ce l’ho fatta! Mi sono illuminato!». Facilmente verrà fuori un atteggiamento di orgoglio. […] Allora, che fare? Non pensate. Non pensare significa: […] sedetevi. Non c’è altro da fare.
[…] Cercate semplicemente di essere presenti nel mondo. Noi lo chiamiamo ‘nonpensiero’. […] Ma fate attenzione. Ogni giorno, momento per momento, fate attenzione, perché la coscienza egocentrica riemerge sempre.
Ritorno al silenzio di Dainin Katagiri