Ricordati, disse – che l’essere ignota non impedisce alla verità d’essere vera.
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Dai nostri amici uccelli ho imparato quanto segue. Non posso venire da te, perché già ti sono accanto. Tu non sei piccola, perché già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita — come tutti facciamo — per il gusto di vivere.
Tu non hai compleanno, perché sei sempre vissuta; non sei mai nata, e mai morirai. Non sei figlia di coloro che tu chiami papà e mamma, bensì loro compagna d’avventure, in viaggio alla scoperta delle cose del mondo, per capirle.
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Ogni regalo che ti fa un amico è un augurio di felicità
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Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel Persempre. Di tanto in tanto noi c’incontreremo – quando ci piacerà – nel bel mezzo dell’unica festa che non può mai finire
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Di là dal mare, di là dai monti, finalmente il gabbiano calò e si posò sopra il tetto di casa tua. « Perché l’importante, » mi disse, « è che tu sappia la verità. Finché non la sai — finché non la capisci veramente — puoi soltanto afferrarne qualche stralcio, o brandello, e non senza un aiuto dall’esterno: da macchine, uomini, uccelli. Ma ricordati, » disse, « che l’essere ignota non impedisce alla verità d’essere vera. »
Ciò detto, disparve.