Qualche pagina fa ho citato la frase di Stéphane Mallarmé: «Il mondo è fatto per finire in un bel libro». Posso citare un’altra sentenza di significato opposto, pronunciata da Franz Kafka, che un giorno, conversando con un amico, disse: «Un libro non può sostituire il mondo. Un uomo, per esempio, non può approfondire le proprie esperienze attraverso la personalità di un altro. È questo il rapporto fra il mondo e i libri». Chi dei due è nel giusto? Credo entrambi. Kafka aveva ragione perché di qualunque cosa parli nei suoi romanzi, parla in realtà solo di se stesso, racconta il mondo per raccontarsi, descrive, per esempio, un’America che non ha mai visto, un puro portato della sua immaginazione.
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