La conoscenza è per definizione un bene, forse il bene supremo dell’uomo, perchè senza di essa non possono esistere gli altri valori fondamentali ai quali ci si appella di continuo.
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appartengo per nascita alla etnia ebraica. La mia famiglia tuttavia è laica.quando ero bambina le mie cugine scrutavano ansiosamente il cielo, cercando la stella che segna la fine del Kippur, per poter rompere il digiuno. Noi non saltavamo nemmeno un pasto ed eravamo contentissimi della nostra posizione di non osservanti.Ancora oggi continuo a professarmi laica e non vedo nessun antagonismo tra fede e scienza. Sono due binari paralleli e autonomi.
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le mie scoperte nascono dall’intuito, dalla dedizione, dalla competenza scientifica, altrimenti si rimane dei velleitari.
Ma c’è un altro segreto, ed è la capacità di vedere i propri limiti. La vera “astuzia” della mia vita di scienziata è sempre stata quella di andare a fondo solo laddove ero preparata. Come quando avevo vent’anni, mi muove la curiosità, l’interesse e l’enorme passione per lo studio del sistema nervoso.
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oggi la ricerca ha bisogno di rivalutare la meritocrazia senza creare primedonne. I giovani promettenti devono essere stimolati. Quindi la selezione va attuata con estrema serietà e rigore, per dare la possibilità a tutte le persone valide la possibilità di svolgere la propria attività in Italia.
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In Italia abbiamo giovani di altissimo livello che non hanno ancora trovato una giusta allocazione. Così come l’Italia è famosa in tutto il mondo per il settore dell’artigianato, allo stesso modo deve puntare all’alto artigianato della ricerca
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quanto rimane di ognuno di noi non è collegato al percorso temporale ma alla qualità della vita trascorsa nella volontà di mettere il sapere al servizio del benessere del genere umano