Giù la maschera,questo sorriso a tutti i costi non mi serve. E’ la tua emozione che voglio, la tua debolezza, le tue speranze, la tua paura, il dubbio la disillusione, non ti chiedo come stai, perchè non crederò al tuo abituale e retorico “bene grazie”
Giù la maschera e dammi la mano.
Non puoi reggere sulle tue sole spalle il peso del mondo.
Dammi la mano, passo dopo passo, ritroveremo insieme il sorriso, quello vero…
Anton Vanligt
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Bisogna indossare una maschera per smascherare chi del portare la maschera ne fa uno stile proprio di vita
Raffaele Tedesco
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La mia maschera è pronta.
Comincia la giornata.
Passano i giorni, gli anni.
Sorriso perenne
sguardo sempreverde.
Il sole della mia espressione
scalda coloro che mi stanno intorno.
I conti tornano, la vita avanza.
Va bene così.
Rientro in casa, passo oltre le stanze
dotate di specchio.
Il sipario è calato, sono sola.
Poso la maschera, piango.
Anton Vanligt
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Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera.
Emil Cioran
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Quella lacrima,
Reale,
Rese inutile
Il tuo nome
La tua maschera.
Dall’amore
Non fosti tradita.
Ti tradì,
Ancora una volta,
L’aver amato.
Gianfranco Brevetto, Poesie
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Nessuno mi ha riconosciuto sotto la maschera dell’identità con gli altri,
nè ha mai saputo che ero maschera,
perchè nessuno sapeva che a questo mondo esistono i mascherati.
Nessuno ha supposto che al mio lato ci fosse sempre un altro che in fondo ero io.
Mi hanno sempre creduto identico a me stesso.
Nelle loro case ho trovato riparo, le loro mani hanno stretto la mia,
mi hanno visto passare per strada come fossi io;
ma colui che io sono non è mai stato in quelle stanze,
colui che io vivo non ha mani che altri possano stringere,
colui che conosco quale io non ha strade da percorrere, se non tutte le strade,
non ha qualcuno che in esse lo veda, a meno che egli stesso non sia tutti gli altri.
Il libro dell’inquietudine” – Fernando Pessoa
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In queste società l’individuo, possedendo un “insieme di posizioni” (status) all’interno della struttura sociale, risulta avere un’identità costituita né più né meno che dalla somma di tali “posizioni”. Egli, cioè, avendo una precisa collocazione all’interno di una rete di relazioni sociali, possederà un’identità che tenderà a coincidere con questa collocazione personale: ovvero nient’altro che un “insieme di ruoli”.
Gianfranco Pecchinenda, Homunculus
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«Per designare le loro maschere sceniche, rituali e cultuali, i greci utilizzano il termine pròsopon. Il termine pròsopon, però, significa prima di tutto “viso”. Non c’è dunque differenziazione linguistica tra maschera e viso. Ciò implica che le due nozioni non siano oggetto di un apprendimento distinto; e soprattutto che non esiste – come nelle lingue e nelle culture occidentali odierne – un’opposizione fondamentale fra maschera e viso, dato che l’una è pensata come qualcosa che copre e dissimula l’altra»
Gianfranco Pecchinenda, Homunculus
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Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni.
William Shakespeare
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Noi siamo ciò che facciamo finta di essere, e dovremmo porre più attenzione in ciò che facciamo finta di essere.
Kurt Vonnegut
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