La parola più difficile non è SCUSA ma ADDIO. E’ sempre una cosa dilaniante lasciar andare per sempre
Anton Vanligt
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Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un’ombra, per lei, un’ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio
Alessandro Baricco, Tre volte all’alba
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C’era una stella sola e limpida nel cielo color di rose, un battello lanciò un addio sconsolato, e sentii in gola il nodo gordiano di tutti gli amori che avrebbero potuto essere e non erano stati
GABRIEL GARCIA MARQUEZ, Memoria delle mie puttane tristi
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Il difficile non sta nel dire addio, ma nel persuadersi a farlo. L’addio suggella il fatto compiuto, docile epilogo di una grande controversia emotiva, di una sfiancante battaglia interiore. Le forme di saluto, le frasi di commiato, i brevi abbracci consolatori, i patetici sguardi inteneriti, le strette di mano impersonali, sono strascichi sterili di una decisione ponderata e imprescindibile. Se non diciamo addio ma ci allontaniamo, il dolore non diventa meno atroce o meno insopportabile . Il tormento rimane e persiste, giacché il peso del logorio inconscio è in atto e ci squassa lo spirito, colpendoci vilmente la dove siamo più vulnerabili.
VIRGINIA PARISI, L’OTTAVA PERGAMENA