Una benedizione, sovverte il modo standardizzato di pensare al mercato, costringe menti assonate a darsi da fare, trovare alternative e soluzioni. Se ciclicamente non ci fosse crisi economica, bisognerebbe inventarla, non già per aggravare il peso delle vite, ma per scuotere gli animi assonnati degli uomini. Come chi ha tanto e non sa dare, e di chi a poco e non si da da fare.
Stephen Littleword
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Vogliono fare nuoto? Lo devono fare. Vogliono suonare uno strumento? Lo devono suonare. Vogliono la Nintendo DS? Deve essere comprata.
Proprio per questo ogni mese tra me e mia moglie nascono veri e propri incontri di ring con tanto di arbitro (mia suocera), la quale è tutto tranne che terza ed imparziale.
Tra nuoto, chitarra, calcetto e sfizi vari, considerando i soldi che mia moglie […] racimola facendo qualche lavoretto in casa come sarta e i miei ottocentotrentadue euro e cinquantaquattro centesimi mensili, verso la fine del mese resto sempre con quei soliti e inutili cinquantaquattro centesimi tra le mani. Non ci possiamo comprare neanche un pacchetto di gomme. Meno male che c’è mia suocera che, sebbene stronza, molto spesso ci regala fior di quattrini, allegando sempre la solita frase:
“Quando ce li hai, poi me li dai”.
Con tutti i soldi che ci ha “prestato”, se volessi restituirli, allo stato attuale dovrei accendere un mutuo di circa diecimila euro.
E non mi conviene accendere a lei? Una tanica con cinque euro di benzina, un fiammifero e il gioco è fatto.
Pippo Zarrella, Avanzi
Non è col suicidio che si supera la crisi, non è lasciando un buco nell’esistenza delle persone che ti amano che puoi sollevare la pressione dell’economia che fa mancare il fiato.
Un tempo credevo che i soldi fossero fonte di gioia, di benessere, di equilibrio, “chi se ne frega dei rapporti con la gente” pensavo. “Posso comprare tutto per sentirmi bene”.
Ci sono voluti degli anni, un po’ di seri acciacchi, tante delusioni per capire che sbagliavo. Col tempo ho scoperto che in tempi di crisi, come quello che stiamo vivendo anche oggi, che si scoprono i rapporti autentici. Ci si stringe forte per non sentire il freddo, il brivido della difficoltà di vivere, si apprezza di più il cibo, l’affetto, l’autenticità, la semplicità. Non è impossibile, se ci si affida al buon cuore di chi ci ama, passo dopo passo possiamo uscirne. Sai qual è invece il vero problema? E’ che il mondo è così tremendamente sbilanciato… […] Chi ha troppo denaro non conosce il sentimento. Chi ha un cuore grande quanto il mondo non può permettersi nemmeno di uscire di casa per gridare “AMIAMOCI”. Questa è una grossa tragedia e chissà se avrà mai fine.
Anton Vanligt, Mai troppo folle
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Viviamo nella paura. Ci soffoca soprattutto l’assillo economico. Gli animali hanno paura, è la loro reazione istintiva difronte all’imprevisto: è la caratteristica dell’animale, non dell’essere umano. Nei vangeli, quando un angelo si presenta a qualcuno dice: << Non avere paura>>, il che significa porre la persona nello stato umano. Oggi viviamo in una spaventosa bestialità economica. Una lettura positiva del mito inizia esattamente cosi’, con un < non avere paura>, per affrancarci dall’animalità in cui viviamo e collocarci nella prospettiva della nostra umanità presente e futura.”
I vangeli per guarire di A. Jodorowsky
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La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Albert Einstein, Come io vedo il mondo
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Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Albert Einstein, Come io vedo il mondo
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