Ai giovani letterati voglio dare tre bei consigli: Primo, non scrivete poesia; secondo idem; terzo idem
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La poesia (come una grande personalità) è il frutto di molte generazioni – di molte rare combinazioni. Per avere grandi poeti occorre avere anche un grande pubblico
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Uno scrittore perfetto potrebbe far sì che le parole cantino, ballino, bacino, portino bambini, piangano, sanguinino, s’infurino, pugnalino, rubino, cannoneggino, pilotino navi, saccheggino città, carichino di cavalleria o fanteria, o facciano qualunque cosa possano fare l’uomo o la donna o le forze della natura
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Io celebro me stesso, io canto me stesso, | e ciò che io suppongo devi anche tu supporlo | perché ogni atomo che mi appartiene è come appartenesse anche a te.
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Senti, m’informò l’anima,
Scriviamo per il corpo (siamo infatti una cosa), versi tali,
Che, dopo morte, dovessi invisibil tornare,
O, più tardi, più tardi, in altre sfere,
A un gruppo di compagni i miei canti riprendere,
(In accordo con suono, alberi, venti della terra, tumulto delle onde),
Possa con soddisfatto sorriso continuare,
A sempre riconoscere miei questi versi – come, qui ed ora, per la prima volta,
Firmando per anima e corpo, il nome mio v’appongo.
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Tra il clamore della folla ce ne stiamo io e te, felici di essere insieme, parlando senza dire nemmeno una parola.
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Alcuno ha mai ritenuto che il nascere sia una fortuna? | M’affretto a informarlo che uguale fortuna è morire, come io ben so. || Io valico la morte con il moribondo, la nascita con il bimbo appena lavato, e non sono tutto contenuto tra cappello e stivali, | e scruto multipli oggetti, non due che siano uguali, e tutti buoni, | buona la terra, buone le stelle, buoni i loro annessi.
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Io sono il poeta della donna come lo sono dell’uomo, | e dichiaro che è grande esser donna così come è grande esser uomo, | e dichiaro che nulla è più grande della madre degli uomini.
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Io credo nella carne e negli appetiti, | vista, udito, tatto sono miracoli, e ogni parte, ogni frammento di me è un miracolo. || Divino io sono al diritto e al rovescio e rendo santo ciò che tocco o mi tocca, | l’odore di queste ascelle è aroma più delicato delle preghiere, | e più di chiese questo mio capo, più di bibbie e di tutti i credi.
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Contemplare un’alba! | La poca luce fa svanire le ombre diafane, immense, | l’aria sa di buono al mio palato.
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“Cogli la rosa quando è il momento,
ché il tempo lo sai che vola…
e lo stesso fiore che oggi sboccia
domani appassirà.”
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“Se tardi a trovarmi, insisti,
se non ci sono in un posto,
cerca in un altro,
perché io son fermo da qualche parte ad aspettare te.”
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